giovedì 8 luglio 2010

Brasile: centro diurno per i bambini di strada

Picos, è una microregione del Piauì in Brasile dove qualche anno fa è nato il progetto per un centro diurno per bambini di strada. Questo progetto è nato dalla Cooperativa COASA di produttori di cajù (anacardi), che gestisce un servizio educativo per circa 30 bambini di età dai 3 ai 5 anni con l'obiettivo di fornire un luogo protetto per poter sviluppare le capacità relazionali dei bambini, stimolare la vita di gruppo, tutto ciò per evitare l'abbandono sulla strada durante il giorno.
A causa di una grave crisi interna, la cooperativa si è vista costretta a sciogliersi nel 2007, ma Angoli di Mondo, cooperazione dei popoli Onlus, ha deciso di continuare a sostenere l'attività del centro diurno per i bambini di strada.
Ogni giorno i bambini svolgono varie attività come: pittura, disegno, canto, educazione psico-motoria oltre a un pasto caldo offerto ad ognuno di loro. Il progetto prevede anche il coinvolgimento dell'aspetto sanitario: visita dentistica ogni 15 giorni e corsi di formazione sanitaria per le madri.



Fonte: www.angolidimondo.it

lunedì 5 luglio 2010

I bambini dei Mondiali 2010

La chisura dei Mondiali di calcio Sud Africa 2010 è ormai alle porte. Moltissimi i servizi alla televisione che ci hanno mostrato le ricchezze paesaggistiche di questa bellissima terra, stupendi e imponenti gli stadi che sono stati costruiti per ospitare tifosi da tutto il mondo. Ma c'è un lato di questo paese, che nonostante sia uno dei paesi più ricchi e industrializzati del continente nero, viene dimenticato: Sud Africa è anche povertà. Forse più nascosta, ai margini delle grandi città, vivono migliaia di persone negli slum i villaggi fatti di lamiere che si estendo dalla periferia alla campagna. Dalla fine del 2009, Ucodep lavora nelle periferie di East London insieme con l’organizzazione Loaves and Fishes Network (Lfn), impegnata nel sostegno ai centri-asilo per bambini di strada, orfani e vittime di abusi. Questi centri comunitari, gestiti da Lfn grazie al supporto di molte volontarie, si trovano in edifici abbandonati o baracche in condizioni degradate, ma offrono accoglienza notte e giorno ai bambini fungendo da asili.

Molti sono gli obiettivi del progetto:

  • ristrutturare gli asili e gli spazi ricreativi;

  • migliorare le condizioni igienico-sanitarie, grazie anche alla formazione su come prevenire e curare malattie comuni come la tubercolosi e l’Aids;

  • rendere più ricca l’alimentazione tramite gli orti scolari.


Fonte:rivista “Segno nel mondo”; www.agimondo.it

giovedì 1 luglio 2010

Ecuador: “aiutare i bambini”



In Ecuador, a seguito dei forti fenomeni di migrazione dalle campagne, le periferie dei principali centri urbani si sono trasformate in favelas. Questo fenomeno è tipico di tutte le periferie dei grandi centri urbani dell'America Latina. Le favelas sono quartieri poveri e degradati dove bambini e ragazzi dai 7 ai 18 anni abbandonano la scuola per lavorare facendo il primo passo verso l'emarginazione e la vita di strada. A Santo Domingo de los Tsàchilas, la quarta città dell'Ecuador vivono migliaia di bambini di strada e qui la fondazione “aiutare i bambini” sta realizzando il centro “Sonando por el cambio” per riscattare attraverso lo sport 150 giovani ,insieme e grazie all'appoggio di altre associazione, che nella capitale Quito ha già recuperato in 15 anni più di 5.000 bambini di strada. Il progetto di Santo Domingo vuole replicare la positiva esperienza di Quito e prevede la costruzione di una scuola con 14 aule per classi elementari e medie, una struttura di riabilitazione dei ragazzi di strada tossicodipendenti e una serie di laboratori di avvicinamento professionale. Inoltre, verrà costruita una mensa che assicurerà 200 pasti giornalieri a ragazzi, insegnanti e personale.

Fonte:www.aiuareibambini.org

lunedì 28 giugno 2010

India, Calcutta : progetto per i bambini di strada, figli di prostitute


A Calcutta, Fratel Samuel Kullai, direttore del “Programma Lotus” portato avanti dai Fratelli Cristiani Irlandesi nella Scuola di S.Maria accoglie ogni giorno 45 bambini figli di lavoratrici sessuali. Questo programma iniziato 3 anni fa (2007) ha come obiettivo dare una buona istruzione ai figli di queste donne e consentire loro di avere un futuro migliore.

Il programma prevede che ogni bambino sia preso in consegna da un educatore alle 5 del mattino e riportato a casa alle 5 del pomeriggio. Durante il giorno i ragazzi imparano: l'inglese, la matematica, le scienze e la lingua bengalese oltre che a dedicarsi a molte altre attività extracurricolari. Ad ogni bambino vengono offerti gratuitamente ogni giorno la colazione e il pranzo.

Il programma non fa alcuna discriminazione a livello religioso, infatti molti di loro o sono islamici o indù.

Padre Kullai dice: “Stiamo attenti a loro e facciamo loro capire quanto sia importante il loro futuro. La nostra missione è aiutarli a crescere, essere al loro servizio. Amiamo ogni bambino come un dono di Dio”. “Li educhiamo e introduciamo in loro principi morali. Una volta istruiti, possono meglio apprezzare questi valori. Sono bambini buoni e disciplinati. E’ bello stare con loro. Sono adorabili”.


Fonte:www.asianews.it

sabato 26 giugno 2010

Costa d'Avorio : una casa famiglia e un ambulatorio medico


In Costa d'Avorio nel 2006 è stato finanziato, dall'Istituto Antoniano di Bologna, un progetto che ha previsto la realizzazione di una casa famiglia e di un ambulatorio medico destinati ai giovani di strada, in particolare ai ragazzi e alle famiglie della città di Grand Bassan.


Il progetto si è posto i seguenti obiettivi:

  • realizzazione dei servizi di assistenza sanitaria e di istruzione,per migliorare e incrementare il grado di sicurezza sociale dei minori;

  • incoraggiare la partecipazione delle famiglie che accolgono orfani, per combattere l'emarginazione e l'abbandono dei minori


Fonte: www.cissong.org

martedì 22 giugno 2010

Progetto "scuola e protezione per i bambini di strada del Bangladesh"

L'UNICEF, il fondo delle nazioni unite per l'infanzia, attua progetti di sviluppo, tutela e reinserimento nella società di bambini abbandonati, vittime della violenza, del degrado o della povertà diffuse nelle aree del pianeta in cui vivono.

ARISE (Appropriate Resources for Improving Street Children's Environment) è uno dei tanti progetti dell'UNICEF, in particolare questo offre un percorso di reinserimento sociale ai bambini che vivono nelle strade dei principali centri urbani del Bangladesh. L'obiettivo del progetto è il reinserimento scolastico dei più piccoli, mentre per i più grandi l'avvio ad attività lavorative e dignitose.

Gli interventi prevedono:

  • Programmi di istruzione informale, realizzati attraverso Centri per i bambini di strada e attività scolastiche all'aperto

  • Reinserimento dei più piccoli nel circuito scolastico formale e inquadramento dei più grandi (12-18 anni) in corsi di formazione al lavoro (artigianale, sartoria, agricoltura e allevamento, meccanica, falegnameria, ecc...)

  • Assistenza psicologica per i traumi subiti sulla strada

  • Assistenza medica, prevenzione dell'HIV/AIDS, assistenza alimentare, supporto legale, registrazione all'anagrafe e accoglienza temporanea nei Centri per bambini di strada - centri di transito, diversi dagli orfanotrofi - in vista di un loro reinserimento familiare e/o comunitario

  • Campagna di sensibilizzazione nelle comunità per contrastare i fenomeni di violenza e discriminazione verso i bambini di strada

I risultati del progetto sono molto positivi:

  • dal 1997 al 2004 a 346.500 bambini è stato garantito l'accesso all'istruzione

  • e nel biennio, dal 2008-2009 circa 3500 bambini di strada tra i 6 e i 18 anni.


Fonte: www.unicef.it

lunedì 14 giugno 2010

Chi sono i bambini di strada?





Credo che dopo aver illustrato alcuni dei progetti per il recupero dei bambini di strada, sia doveroso chiarire “Chi sono i bambini di strada?” A questo proposito ho trovato interessante ho trovato interessante l'articolo di Chiara Anselmo, antropologa, che si occupa dell'origine e vita dei bambini di strada. Riassumendo i bambini di strada sono bambini che sono in grave stato di abbandono e vengono così chiamati in quanto la loro vita si svolge praticamente sulla strada. “Le ragioni per le quali i bambini abbandonano le loro case sono molteplici ma possono essere riassunte in una serie di fattori che sono cause di fuoriuscita oppure cause che rendono attraente la strada per i bambini (spesso sono conseguenza le une dalle altre). I primi includono la povertà estrema, acuti conflitti familiari, abusi e negligenze, oppure la dipendenza dei genitori dall'alcool e da stupefacenti. I fattori che li attraggono verso la strada includono la percezione di relativa libertà nelle strade, ed un modo migliore per provvedere a se stessi. In breve, il bambino sente di avere migliori opportunità per le strade che in casa.” (Wikipedia) La presenza dei bambini di strada è riscontrata sopratutto nelle grandi città dei paesi in via di sviluppo. Purtroppo molto spesso sono vittime abuso psicologico o sessuale, negligenza educativa e sanitaria, sfruttamento economico, oppure in casi estremi essere uccisi da squadroni di bonifica pagati da imprenditori locali.

Alcuni siti interessanti:http://www.fuocovivo.org/SOCIETA/i_bambini_di_strada.htm , http://www.etnoscopio.it/origine.htm

Fonte : www.wikepia.org

mercoledì 12 maggio 2010

Bibwa, una finestra sul Congo


Voci dall'Africa

I bambini si raccontano


Questo libro nasce dalla corrispondenza tra i ragazzi della scuola elementare di Bibwa ( Repubblica Democratica del Congo) e i ragazzi di due classi della scuola primaria dell'istituto comprensivo “Clemente Rebora” di Stresa. Bibwa è una missione situata nelle ultime periferie di Kinshasa, tra il fiume Congo e l'altopiano di Bateke. Qui padre Vittorio Farronato insieme ad alcune “mamme” si sono occupati di costruire scuole per accogliere i tanti bambini abbandonati, perchè dove mancano le scuola mancano le speranze per il futuro.

Le lettere dei ragazzi danno vita ad un dialogo intenso da cui emerge uno spaccato della vita africana, in particolare l'etichetta di “ndoki” che viene spesso attribuita ai bambini che vengono poi abbandonati. Come spiega l'autore del libro: “Ndoki significa strega, stregone che distrugge la vita intorno a sé. E' una falsa accusa che giustifica chi rifiuta il bambino.”

Nella missione si formano persone che accetano di impegnarsi nel religioso e nel sociale. Si investe sempre più nei giovani, per formarli e rilanciarli.


Fonte: Voci dall'Africa, I bambini si raccontano, di Vittorio Farronato

giovedì 6 maggio 2010

"Shalom"


“Shalom” una casa per gli orfani e mamme adolescenti vittime dell'Aids

In Uganda, l’AIDS oltre a fare moltissime vittime, diventa la causa prima di molte altre situazioni drammatiche come quella di due milioni di bambini rimasti soli, praticamente senza accudimento. Lo scorso 13 giugno è stato lanciato il progetto di una casa-famiglia a Mbarara, in Uganda, per gli orfani dell'Aids e per le mamme adolescenti abbandonate. Il progetto prevede il completamento della struttura entro la fine di giugno di quest'anno. La casa-famiglia finanziata, grazie all'aiuto dei lettori da Caritas Antoniana, è gestita da padre Emmanuel Tusiime, un sacerdote locale, con l'appoggio formativo, tecnico e scientifico dell'Associazione Shalom di Riva del Garda (TN).
La struttura ospiterà 100 tra bambini e mamme, offrendo non solo accoglienza e cure mediche, ma anche formazione umana e professionale e il calore di una grande famiglia. L'obiettivo è che con il tempo le mamme e i bambini riescano a reintegrarsi nella comunità locale, lasciando il posto a nuovi bambini e adolescenti in difficoltà.
Inoltre la casa, unica esperienza di questo tipo in Uganda, diventerà anche centro di formazione per operatori sociali e sanitari della zona, grazie all'apporto dell'ospedale di Mbarare e l'università locale.

Fonti: Messaggero di Sant'Antonio, Maggio 2010; www.caritasantoniana.org

sabato 1 maggio 2010

Scuole di agricoltori per orfani dell'Aids


Ad Addis Abeba, la capitale dell'Etiopia sono state costruite scuole di agricoltura per orfani dell'Aids. In queste scuole si insegna a coltivare la terra, oltre che insegnare loro come garantirsi mezzi di sussistenza duraturi e di sicurezza alimentare. La Fao e il Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite (PAM) hanno pubblicato un nuovo manuale che darà informazioni pratiche su come avviare una scuola rurale sul campo per giovani agricoltori. Queste scuole rurali, cercano di migliorare la qualità di vita dei ragazzi di età compresa tra i 12 e i 18 anni, che vivono in ambienti caratterizzati da un'elevata insicurezza alimentare e malattie come l'Aids e l'Hiv incidono fortemente. Nell'Africa sub-sahariana gli orfani sono più di 40 milioni di cui più di 11 milioni sono orfani a causa dell'Aids.


Fonti: www.agricolturaitalianaonline.gov.it, Rivista "Continenti" dei Missionari Cappuccini N.10/2009


martedì 27 aprile 2010

Saint Martin


Saint Martin

La comunità del Saint Martin si trova a Nyahururu in Kenya, località situata su un altopiano a 2.300 metri dal livello del mare. Qui, da circa 40 anni, operano i missionari della diocesi di Padova a fianco delle comunità locali. Attiva dal 1998, oggi l’associazione (che prende il nome da San Martino, il cavaliere che ha spartito il proprio mantello con il povero) conta 60 dipendenti e 600 volontari e opera su un territorio rurale pari per estensione alla provincia di Padova. Il presidente è africano, il direttore un missionario padovano, il vicedirettore un’olandese protestante; i coordinatori e il resto del personale sono locali. Il Saint Martin è una comunità diversa dalle altre missioni sparse in tutta l'Africa, poiché tutti progetti partono dalla comunità e gestititi da dei comitati locali. Infatti è la comunità stessa che si fa carico dei bisogni dei membri, aiutandosi reciprocamente.

Il lavoro è organizzato in 5 progetti specifici che si prendono cura di bambini con disabilità, ragazzi di strada, azione non violenta e educazione ai diritti umani, Aids, abuso di droghe e alcol, risparmio e microcredito.


Programma comunitario per ragazzi di strada e disagiati
Il fine è quello di re-integrare i bambini che provengono dalla strada e prendersi cura di coloro che vivono situazioni di particolare disagio. Il programma ha 3 centri, uno per le ragazze due per i ragazzi.


Fonti:www.impresasolidale.it

mercoledì 14 aprile 2010

Una premessa per riflettere

Ho deciso che le notizie del mio blog saranno per lo più ricavate da testi, che citerò, o per lo meno si tratterà di informazioni che siano del tutto nuove alla rete. Sicuramente si tratta di un semplice tentativo e nel frattempo mentre continuo la mia ricerca di materiale, volevo proporvi la canzone di Laura Pausini: “Il mondo che vorrei”, che ha un testo molto toccante e che colpisce diretto tutti i tipi di discriminazioni, violenze, ingiustizie e... “per tutti quelli che stanno soffrendo come te...”
Spero che questo video possa essere un motivo per riflettere per tutti voi.

venerdì 19 marzo 2010

Salve a tutti!


In questo blog desidero trattare un argomento che mi sta molto a cuore e nel cui ambito spero in futuro poter lavorare.